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La Spezia, 7 maggio 2024 – Giovedì 23 maggio alle ore 11.00 alla Mediateca Regionale Ligure “S. Fregoso” (via Firenze, 57) il Sindaco della Spezia conferirà il Premio Exodus 2024 a Sami Modiano, uno degli ultimi superstiti e testimoni italiani della Shoah, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, e la Menzione Cittadina a don Gianni Botto, fondatore del Gruppo Samuel della Spezia che promuove il dialogo ebraico-cristiano.

“La Spezia è orgogliosa di essere città di Exodus e con questo prestigioso Premio teniamo alto il valore della memoria per fare in modo che episodi terribili come la Shoah non si ripetano mai più – dichiara il Sindaco della Spezia – Il Premio Exodus 2024 verrà conferito quindi a Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti italiani al lager di Auschwitz-Birkenau, tutt’oggi attivo testimone della tragedia dell’Olocausto; mentre la Menzione Cittadina a Don Gianni Botto che, con il Gruppo Samuel di cui è fondatore, promuove il dialogo ebraico-cristiano e lo sviluppo di una cultura della pace. È grazie all’instancabile impegno di persone come Sami Modiano e Don Gianni Botto che è ancora possibile, in questi tempi di incertezza, accendere luci di speranza per le generazioni future e portare avanti un messaggio di unità, tolleranza e rispetto reciproco.”

“Al Sindaco di La Spezia, ai Cittadini tutti, è con grande onore che accetto il Premio Exodus della Città della Spezia che mi è stato conferito per il 2024 – dichiara Sami Modiano – Questo premio rappresenta, in un momento storico così importante per l'Ebraismo nel Mondo, tutto il coraggio ed il rispetto che la Città della Spezia porta da molti anni agli Ebrei ed a tutti coloro che si battono per i rapporti umani. Ed è per questo che, pur non potendo, allo stato attuale, essere presente per ritirarlo, vorrei far giungere all'intera Città, al Sindaco ed a tutti coloro che portano avanti questa meravigliosa iniziativa il mio grazie di cuore per questo riconoscimento così prestigioso per il valore umano che porta con se' fin dal primo momento nel quale è stato istituito”.

“Nulla chiedere, nulla rifiutare, insegnava san Francesco di Sales – dichiara don Gianni Botto – Accetto quindi volentieri questo riconoscimento che mi è arrivato inatteso ma particolarmente gradito proprio per il momento storico che stiamo vivendo dopo il massacro del 7 ottobre 2023 e la dolorosa guerra che da sette mesi si trascina in Medio Oriente. Apprezzo molto la determinazione con cui l’Amministrazione Comunale Spezzina anche quest’anno ha scelto di celebrare Exodus, nonostante il clima mondiale di antisemitismo risorgente. Come nel 1946 questo fa onore alla nostra Città”

Il Premio Exodus anche quest’anno sarà un intenso momento di approfondimento culturale con lo scopo di celebrare, sempre con uno sguardo tra memoria e riflessione sul presente, la straordinaria pagina civile di cui La Spezia è stata protagonista ricordando l’aiuto prestato dalla Città e da tutto il territorio negli anni 1946-1948 ai superstiti ai lager nazisti. La Spezia, infatti, si trasformò nella “Porta di Sion”: da qui partirono navi come la “Fede”, il “Fenice” e la nave “Exodus”.

Per il 2024, il Sindaco della Spezia ha voluto conferire il premio a Sami Modiano con la seguente motivazione: “per il suo infaticabile esercizio di testimonianza e di memoria della Shoah che rimarrà imperituro per le generazioni future come antidoto alla violenza e all’odio”

La menzione cittadina del Premio Exodus 2024 a don Gianni Botto è dovuta con la seguente motivazione: “per il suo costante impegno nella promozione dei valori della civiltà occidentale e nel dialogo interreligioso fra cristiani ed ebrei, perno dello sviluppo di una cultura della pace e della solidarietà nelle nuove generazioni”.

PROGRAMMA

Giovedì 23 maggio ore 11.00

Mediateca Regionale Ligure “S. Fregoso”

Saluto del Sindaco della Spezia

Conferimento della menzione cittadina Premio Exodus 2024 a don Gianni Botto

Conferimento del Premio Exodus 2024 a Sami Modiano

Lectio Magistralis di Sami Modiano in collegamento diretto

I PROTAGONISTI DEL PREMIO EXODUS 2024

Sami Modiano è nato a Rodi nel 1930, quando l’isola era Provincia Italiana, in una comunità ebraica di circa duemila persone e altre comunità religiose. Nel 1938, alla promulgazione delle leggi razziali, come racconta Modiano stesso, “ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino, la notte mi addormentai come un ebreo”: fu prima espulso dalla scuola, poi perse la madre e affrontò la difficile situazione economica famigliare quando il padre perse il lavoro. A seguito dell’Armistizio dell’8 settembre 1943, Rodi fu occupata dai Nazisti e la sua famiglia fu deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau che raggiunse nel luglio 1944. Lì perderà la sua famiglia, il padre, la sorella, i cugini. Sami Modiano lasciò in marcia Birkenau nel 1945 insieme ai tedeschi quando l’Armata Rossa era ormai prossima all’ingresso del campo. Durante la marcia, Modiano svenne ma alcuni prigionieri lo misero in cima a un cumulo di cadaveri riuscendo così a mimetizzarlo. Al risveglio raggiunse una casa in cui c’era anche Primo Levi. Il giorno seguente l’Armata Rossa entrò ad Auschwitz: era il 27 gennaio 1945, data in cui si celebra oggi la Giornata della Memoria. Sami Modiano è uno degli ultimi sopravvissuti italiani al lager di Auschwitz-Birkenau. Dopo un silenzio di quasi 60 anni, dal 2005 si dedica indefessamente alla testimonianza dell’Olocausto.

Don Gianni Botto è nato a Chiavari (Genova) il 14 settembre del 1943 da una maestra, Maria Pendola, che lavorava nello iutificio Montecatini di Fossamastra, e da Paolo Botto, capo magazziniere sempre alla Montecatini. Ha frequentato il liceo scientifico Antonio Pacinotti nella vecchia sede di via Venezia e dopo la maturità nel 1963 è entrato in seminario. È stato mons. Luigi Orengo teologo, canonico della cattedrale, insegnante di religione e assistente del movimento studentesco, infine economo della Curia che ha fatto maturare in lui il desiderio di diventare prete. Il 12 ottobre 1969 nella parrocchiale di San Francesco a Lerici don Gianni viene ordinato sacerdote. Dopo un breve periodo come cappellano militare, è al servizio di varie parrocchie della città e viene in seguito incaricato come esorcista, ministero che eserciterà per 17 anni consecutivi. Nel frattempo, sulla scia del Concilio Vaticano II e in particolare del quarto punto della dichiarazione conciliare Nostra aetate, si appassiona alle radici ebraiche del cristianesimo e negli Anni Novanta fonda il Gruppo Samuel costituitosi poi in associazione nel 2006. Il Gruppo Samuel promuove il dialogo ebraico-cristiano e favorisce lo sviluppo di una cultura della pace e della solidarietà nelle nuove generazioni con mostre didattiche e incontri nelle scuole. Fra le altre iniziative ha prodotto tre film: nel 2005 Sha’ar Tzion, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Lerici; nel 2006 La Spezia Porta di Sion e nel 2008 Storia di Adriana Revere, sempre in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Lerici. Tutti e tre sono stati acquisti nella documentazione dello Yad VaShem, il più importante museo al mondo sulla Shoah.

STORIA DI EXODUS

Dall’estate del 1945 alla primavera del 1948 oltre ventitremila ebrei riuscirono dalle acque della Spezia a lasciare clandestinamente l’Italia diretti in Palestina. La potenza mandataria della Palestina, la Gran Bretagna, aveva infatti emesso il Libro Bianco del 17 Maggio 1939 per regolamentare l’afflusso controllato in Palestina di soli 75 mila ebrei in 5 anni. Una misura che fu messa in crisi dalla drammatica situazione europea e contrastata con ogni mezzo dal Mossad Le Aliyà Bet (Istituto per l’immigrazione illegale sorto nel 1938). A partire dal Maggio 1945 una notevole corrente di ebrei cominciò ad affollare la Penisola e il Mossad Le Aliyà Bet inviò un responsabile in Italia con base a Milano, Yehura Arazi. Altri membri del Mossad furono inviati in Italia tra i soldati della brigata ebraica al seguito degli alleati. La prima nave di profughi, il Dallin (già Sirius) partì da Monopoli il 21 Agosto 1945 con soli 35 immigrati a bordo. La questione dell’immigrazione ebraica scoppiò come caso internazionale nel Maggio 1946: l’epicentro della crisi divenne il porto della Spezia dove erano in allestimento due imbarcazioni, la Fede di Savona e il motoveliero Fenice, pronte a trasbordare 1014 profughi. Quell’operazione godette dell’aiuto di tutta la città della Spezia, già stremata dalla guerra e distrutta dai bombardamenti. Proprio il sostegno della gente, resistenza dei profughi, intervento dei giornalisti di tutto il mondo e la visita a bordo di Harold Lasky, presidente dell’esecutivo del Partito Laburista britannico, costrinsero le autorità londinesi – le cui navi bloccavano l’uscita dal porto della Spezia – a togliere il blocco alle due imbarcazioni che salparono dal molo Pirelli a Pagliari alle ore 10 dell’8 Maggio 1946.L’accoglienza della comunità e la solidarietà delle autorità spezzine convinsero gli organizzatori del Mossad a puntare sulla Spezia con operazioni di maggior peso. Così nella notte tra il 7 e l’8 Maggio 1947 la nave Trade Wins/Tikya , allestita in Portogallo, imbarcò 1414 profughi a Portovenere. Nelle stesse ore era giunta nelle acque del golfo della Spezia, proveniente da Marsiglia, la nave President Warfield, un goffo e pesante battello adatto a portare turisti giù per il Potomac, da Baltimora a Norfolk in Virginia. La nave venne ristrutturata nel cantiere dell’olivo a Portovenere per la più grande impresa biblica dell’emigrazione ebraica: trasportare 4515 profughi stipati su 4 piani di cuccette dall’altra parte del mediterraneo. L’imbarcazione divenne un simbolo, prese il nome di Exodus, raggiunse le coste della Palestina, venne attaccata dagli inglesi e avviò la nascita dello stato di Israele con tutte le conseguenze che sappiamo. A narrarci le peripezie dei profughi dello sterminio ebreo ci ha pensato nel 1958 Leon Uris con il celebre romanzo Exodus, tema ripreso nel libro il comandante dell’Exodus di Yoram Kaniuk. A Exodus è dedicato anche un bellissimo film del 1960 di Otto Preminger interpretato da Paul Newman, Peter Lawford ed Eva Marie Saint.La Exodus mosse dal golfo della Spezia ai primi di Luglio del 1947, sostò a Port-de-Bouc, caricò a Séte, fu assalita e speronata dai cacciatorpedinieri britannici davanti a Kfar Vitkin.Ci furono morti a bordo, gente che era sopravvissuta ai lager e che finì i suoi giorni a due passi dalla speranza nelle acque tra Netanya e Haifa. Dopodiché gli inglesi rimandarono i profughi ad Amburgo al campo di Poppendorf, un ex lager trasformato in campo di prigionia per gli ebrei. Il nome di Exodus da allora significò il desiderio di giustizia per l’emigrazione ebraica. Ma solo con la fine del mandato britannico i profughi sarebbero potuti tornare in Palestina. La Fede, il Fenice e la Exodus si mossero tutte dal golfo della Spezia, una dicitura che non compare nelle carte geografiche israeliane. La Spezia in Israele è infatti indicata col nome di “Schàar Zion” Porta di Sion. Nel nome di Exodus la città della Spezia porta nel Mediterraneo l’idea della pace e della convivenza Il 25 Aprile 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito al Comune della Spezia la medaglia d’oro al merito civile per l’aiuto prestato dalla popolazione spezzina ai profughi ebrei scampati alla seconda guerra mondiale.

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Ultimo aggiornamento: 08-05-2024, 09:54