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Comprendendo che qualcuno sia già in campagna elettorale e debba cercare argomenti “accattivanti” per dire qualcosa, ma ritengo grave che proprio l’ex ministro del lavoro Andrea Orlando non abbia la conoscenza dei ruoli istituzionali, oltre ad avere poca memoria di quelle che erano, sino a ieri, sue precise responsabilità di governo.
Il rispetto delle norme che riguardano gli ambienti di lavoro è tutelato, giustamente in autonomia, da organi ed enti specifici, quindi: ispettorato del lavoro, ASL, INAIL, INPS, forze dell'ordine e sindacati. Se l'ex ministro del lavoro ha certezza di irregolarità, di abusi o sfruttamento dei lavoratori non chiami in causa il sindaco e non ne faccia uno strumento di propaganda becera, magari per raccogliere qualche applauso in una sagra tra fritto misto e vermentino, ma presenti regolari esposti e segnalazioni presso gli organi competenti chiamati a vigiliare; un po' come avrebbe dovuto fare lui quando ricopriva il ruolo del ministro di lavoro, solo due anni fa, e poteva occuparsi direttamente di questioni che riguardano aziende nazionali controllate dallo Stato.
Da parte nostra, da anni, compreso nel recente periodo in cui l’ex ministro del lavoro e delle politiche sociali era in carica, ma a Spezia non lo abbiamo mai visto o sentito affrontare le tematiche che oggi ventila come emergenze, c'è costante attenzione sulle problematiche sociali per cui abbiamo competenza e capacità di intervento.
Lo stesso vale per il tema della casa che riguarda un insieme di problematiche che partono dalle necessità delle famiglie fino ad arrivare a quelle dei lavoratori in trasferta. Oggi stiamo pagando sbagliate politiche nazionali portate avanti dagli ultimi governi, compreso quello in cui Orlando era ministro proprio delle politiche sociali sino al 2022. In questi ultimi anni, lavorando con la Regione, il Comune di Spezia ha, invece, sviluppato un percorso che sta garantendo l’accesso alla casa a tante persone che se lo avevano visto negato.
Spezia è un territorio in cui abbiamo sostenuto anche le politiche a supporto del comparto nautico che, solo con il Miglio Blu, hanno già creato oltre 14 mila posti di lavoro ed un indotto di area, con opportunità di impiego per i nostri giovani laureti e tecnici specializzati. Andare a esaltare simili polemiche strumentali contro un settore che porta sviluppo e occupazione, è proprio tipico di chi concepisce il futuro delle nuove generazioni ancora vincolato al ricatto del reddito di cittadinanza e alla dipendenza degli ammortizzatori sociali, senza una visione strategica che porti sviluppo. L’esempio lo abbuiamo dal fatto che siamo un paese dove questo modo di fare politica ha creato oltre tremila miliardi di debiti, con i soli interessi annuali che ci privano di cento miliardi di euro che, invece, si potrebbero investire per servizi ai cittadini.
Resta poi ancora più grave che la suddivisione e la classificazione dei lavoratori fatta dall’ex ministro, oggi membro Commissione parlamentare Attività produttive che si occupa specificatamente di tematiche riguardanti la materia sulla politica industriale, sia evidenziata in base alla etnia. Simili richiami, quasi a voler accendere nuove tensioni, sono una pessima rappresentazione del fare politica ed una grave responsabilità.
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Ultimo aggiornamento: 27-08-2024, 09:36